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L’insonnia rappresenta una problematica frequente presso la popolazione generale; in caso di ansia, depressione e altre situazioni di sofferenza psicologica l’insonnia si manifesta con una frequenza ancora maggiore.

Anche nelle persone che non presentano un’insonnia clinicamente definita, è comune il riscontro sporadico di notti insonni, con difficoltà ad addormentarsi, a mantenere il sonno, a causa di risvegli nel corso della notte, oppure con un risveglio precoce nelle prime ore del mattino, o una combinazione di questi tre elementi.

Le difficoltà di sonno occasionali risultano spesso associate a preoccupazioni relative alla giornata successiva, soprattutto esami universitari, verifiche e interrogazioni a scuola, visite o accertamenti medici rilevanti o invasivi, eventi o attività particolarmente importanti sul piano lavorativo (congressi, convegni) o personale (matrimonio, cerimonie varie).

Talvolta può accadere che le difficoltà di sonno si manifestino in assenza di preoccupazioni o pensieri specifici, apparentemente “senza motivo”. In realtà in molti casi la motivazione risiede in abitudini e comportamenti che possono ostacolare il sonno, soprattutto se messi in atto nelle ore serali.

Tra i principali “nemici” del sonno ricopre un ruolo fondamentale il caffè. Naturalmente questo non rappresenta un elemento da eliminare tassativamente ed in misura totale dalla propria vita; si tratta semplicemente di collocare il suo utilizzo in una fascia oraria specifica, in modo da non ostacolare il sonno, e in quantità appropriate, che non causino quindi un eccessivo livello di “vigilanza”, tale da disturbare il sonno.

Il caffè può costituire un valido “alleato” per iniziare bene la giornata, aumentando il livello di attenzione e la capacità di sostenerla per tempi lunghi, a patto che venga consumato nelle ore del mattino e del primo pomeriggio (dopo pranzo, o al massimo tra le 15-16). Assumere caffè dopo le 16 aumenta notevolmente il rischio di andare incontro ad una notte insonne, rischio che incrementa ancora di più se si sceglie di consumare caffè dopo cena per esempio.

Anche la quantità di caffè consumata incide significativamente sulla qualità del sonno; la quantità ideale non dovrebbe superare le tre tazzine al giorno, in quanto una dose più elevata di caffè incrementa considerevolmente la probabilità di andare incontro ad una notte insonne.

Questo piccolo accorgimento può essere uno strumento utile sia per chi presenta una problematica di insonnia stabile, sia per chi non manifesta particolari problemi di sonno. Gli articoli scientifici sul tema evidenziano come la scelta di stabilire delle regole relative alle abitudini che precedono il sonno durante la giornata rappresenti uno dei fattori cruciali della psicoterapia delle difficoltà di sonno, con un ottimo livello di efficacia.

Certamente tra i comportamenti che rappresentano una corretta “igiene del sonno” rientra la regolamentazione dell’uso del caffè; per migliorare la propria qualità di sonno non è necessario abolirlo, ma definire la quantità e la fascia oraria in cui è opportuno consumarlo.

 

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