Quando i nostri figli si trovano di fronte ad un cambiamento scolastico, che sia dalla scuola materna alla primaria oppure dalla secondaria di 1°livello a quella di 2° livello, può succedere che ci siano delle vere e proprie difficoltà nel gestire il carico di lavoro.

Nuove routine e materie da studiare e compiti a casa sempre più complicati sono solo alcuni dei nuovi ostacoli che si trovano ad affrontare; ma molte volte non si tratta di pigrizia o di scarsa intelligenza. Può esserci di mezzo un disturbo dell’apprendimento (o più semplicemente un DSA). 

Saper riconoscere un disagio tempestivamente significa evitare ansia, frustrazione e tristezza nel bambino o nell’adolescente ed evitare che venga intaccata la sua autostima.

Ma come si riconosce un DSA? Scopriamolo insieme.

 

DSA: che cosa sono?

Per comprendere questi disturbi, partiamo dandone una definizione precisa.

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento o DSA sono disturbi del neuro-sviluppo che riguardano la capacità di leggere, scrivere e calcolare in modo fluente. Proprio per questo, i DSA si manifestano spesso in età scolare, quando i bambini si avvicinano per la prima volta a materie come italiano, matematica e lingue straniere.

Nulla toglie che i DSA possano passare inosservati fino alla scuola secondaria, celandosi dietro a strategie compensative che i ragazzi mettono in atto e che non portano ad un approfondimento diagnostico. Queste, consentono allo studente di proseguire la scuola riducendo le conseguenze visibili del disturbo e raggiungendo un certo livello di sostenibilità. Nonostante ciò, i DSA non totalmente diagnosticati potrebbero in ogni caso andare ad incidere sui risultati accademici, lasciando un senso di scarsa autostima.

I DSA sono stati classificati in base alla precisa difficoltà che comportano nel bambino e si suddividono in: 

  • Dislessia, difficoltà nel leggere e scrivere 
  • Disortografia, incapacità di tradurre correttamente 

linguaggio parlato in linguaggio scritto

  • Disgrafia, difficoltà di scrittura per lettere e per numeri.
  • Discalculia, difficoltà nel calcolo

Le quattro categorie sopra citate interessano le modalità di funzionamento delle diverse reti neuronali, come succede con altri disturbi come l’ADHD.  Questo significa che chi ha un DSA processa le informazioni in modo diverso e ha una percezione emotiva e cognitiva differente.

Cause DSA: quali possono essere?

Non c’è una risposta univoca rispetto a che cosa causi un DSA. La comunità scientifica fa riferimento a disfunzioni neurobiologiche come prima causa, comprendendo diversi fattori ambientali esterni come fattori mitiganti. 

Numerose ricerche concordano nell’affermare che i Disturbi dell’Apprendimento sono associati ad un disturbo emotivo e comportamentale; infatti, tra i diagnosticati, vengono riscontrati, ad esempio, anche deficit di attenzione, disturbi depressivi e disturbi d’ansia.

Sintomi DSA: come si riconoscono? 

Riconoscere un DSA nel bambino o nell’adolescente è essenziale per poterlo agevolare durante il suo percorso formativo e aiutarlo al meglio, senza farlo sentire escluso o diverso. 

Ecco alcuni segnali che dovrebbero allarmare genitori e insegnanti nel periodo scolare: 

  • Confusione tra destra e sinistra;
  • Difficoltà nella lettura dell’orologio analogico;
  • Confusione tra le lettere graficamente simili;
  • Inversione di grafemi simili;
  • Perdere il segno quando si legge;
  • Difficoltà eccessiva nell’apprendimento di lingue straniere;
  • Scrivere le parole legandole o staccandole tra loro in modo errato;
  • Numerosi errori ortografici;
  • Difficoltà notevole nel memorizzare termini specifici;
  • Difficoltà con i numeri, la notazione musicale o altri codici con simboli
  • Eccessiva fatica nel calcolo rapido, in colonna e nelle tabelline;

Tutti questi sono segnali da ricercare per una diagnosi precoce, ovvero durante l’età scolare e pre-scolare.  Per quanto riguarda gli adolescenti, oltre ai segnali sopracitati, serve prestare attenzione anche a: 

  • Difficoltà nel ricordare nozioni precedentemente apprese 
  • Difficoltà nell’organizzare un discorso 
  • Difficoltà nella produzione scritta e nell’esposizione orale 
  • Tendenza ad evitare compiti a causa di un’eccessiva affaticabilità

In ogni caso, l’osservazione sistemica da parte di insegnanti e genitori deve essere accompagnata da visite mirate e incontri con degli esperti, poiché una vera e propria diagnosi di DSA deve arrivare da uno psicologo o da un neuropsichiatra. 

Aiutare bambini e ragazzi con DSA: qualche consiglio

Gestire un bambino o un ragazzo con DSA significa avere qualche accortezza in più per poterlo agevolare durante i momenti di studio. 

  • Il primo consiglio su come aiutarlo riguarda l’ambiente in cui studierà; un bambino o un ragazzo con difficoltà a concentrarsi non può stare in una stanza caotica e ricca di fonti di distrazione. 
  • Per questo, niente televisione, niente smartphone o altri devices: durante il momento dei compiti vanno tenuti lontani, garantendo così anche un ambiente silenzioso.
  • Un altro consiglio molto utile è pianificare le attività scolastiche e far partecipare lo studente stesso nella gestione delle attività, di modo che si senta più motivato e meno isolato. Iniziare prima con le materie più complesse e terminare con quelle più semplici è un esempio di pianificazione efficace e comoda.
  • Ultimo consiglio, il più importante, è valorizzare sempre e comunque i piccoli successi ottenuti. Non enfatizziamo gli errori commessi, anzi festeggiamo ogni piccola vittoria: servirà a mantenere alta la sua autostima e favorire il suo benessere psicologico.

 

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