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Benché la letteratura scientifica se ne occupi già da anni, l’Intelligenza Emotiva ha conquistato l’interesse del pubblico grazie al best-seller di D. Goleman “Intelligenza Emotiva” (Rizzoli, 1997). Secondo l’autore, l’Intelligenza Emotiva è la “capacità di riconoscere i nostri sentimenti e quelli degli altri, di motivare noi stessi, e di gestire positivamente le nostre emozioni, tanto interiormente, quanto nelle relazioni sociali”. Sono abilità complementari, ma differenti dall’intelligenza, ossia da quelle capacità meramente cognitive rilevate dal Quoziente Intellettivo (QI).

Le abilità che compongono l’Intelligenza Emotiva sono:

  • la consapevolezza emotiva, ovvero la capacità di riconoscere e denominare le proprie emozioni in determinate situazioni;
  • il controllo emotivo, ovvero il controllo delle emozioni e degli impulsi sia auto che etero-diretti;
  • la capacità di sapersi motivare, ovvero la capacità di saper incanalare le emozioni per il raggiungimento di un obiettivo;
  • il riconoscimento delle emozioni altrui (empatia), ovvero la capacità di riconoscere gli stati d’animo altrui;
  • la gestione efficace delle relazioni interpersonali, ovvero la capacità di negoziare i conflitti e comunicare in maniera efficace.

Ciascuna di queste abilità può essere potenziata, ecco di seguito alcuni semplici suggerimenti:

  • Imparare a ridurre le emozioni negative così che non possano sopraffarci o influenzare il nostro giudizio. Ad esempio, quando siamo “disturbati” dal comportamento di qualcuno, evitiamo di saltare a conclusioni affrettate e negative, ma cerchiamo di vedere la situazione da altri punti di vista prima di agire (potrei pensare ad esempio che un amico non mi abbia risposto al telefono perché molto occupato e non necessariamente perché mi voglia ignorare). Ampliando la nostra prospettiva di vedere una situazione, possiamo ridurre la possibilità di un equivoco.
  • Imparare a gestire lo stress. La maggior parte di noi si è sentito stressato almeno una volta nell’arco della propria vita e in quei casi come affrontiamo lo stress fa la differenza tra essere assertivo anziché reattivo, essere equilibrato anziché stanco e debilitato. Quando si è sotto pressione la cosa importante è riuscire a rimanere lucidi: rinfrescarsi il volto o prendere una boccata d’aria fresca può per esempio aiutare ad abbassare la nostra temperatura corporea e a ridurre il nervosismo, così come evitare di bere caffè o bibite energetiche. Inoltre, come dimostrato da diversi studi scientifici, svolgere attività fisica aerobica aiuta a ridurre  sia l’ansia che la depressione.
  • Imparare ad essere assertivi, ovvero saper esprimere il proprio disaccordo senza essere aggressivi, nel rispetto del punto di avvista altrui, saper “dire di no” senza sentirsi in colpa, etc… Evitare per esempio di iniziare frasi con “tu” seguito da accuse o giudizi, altrimenti l’interlocutore si metterà sulla difensiva, rendendolo meno propenso e aperto ad ascoltare e accogliere ciò che voi avete da dire.
  • Imparare ad agire anziché reagire: se siete arrabbiati nei confronti di qualcuno, prima di dire qualcosa di cui potreste poi pentirvi, fate un respiro profondo e contate lentamente fino a 10. Nella maggior parte dei casi questo esercizio vi permetterà di trovare un modo migliore per comunicare il vostro stato d’animo, ma se non fosse sufficiente, prendetevi un time out e se possibile rivedete la questione solo dopo esservi calmati. Un altro modo per ridurre la reattività potrebbe essere quello di cercare, anche solo per un momento, di mettersi nei panni del vostro interlocutore.

Ognuna delle singole componenti dell’Intelligenza Emotiva descritte è correlata al nostro benessere psicologico e in quanto tali vanno considerate come risorse per la nostra salute mentale, che possono essere sempre potenziate e migliorate!

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