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Secondo una ricerca dell’Organizzazione Mondiale della Sanità  il ‘disagio mentale infantile’ è in aumento: oggi un bambino su 5 soffre di psicopatologie, entro i prossimi vent’anni circa il 50 per cento della popolazione tra 0 e 18 anni potrebbe avere a che fare con questi problemi.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito i principali fattori di rischio psico-sociale alla base del disagio infantile.

  • La presenza di genitori patologici o con disagio mentale: genitori che hanno problemi di ansia, depressione, disturbi psicologici gravi, ma anche di handicap fisico o psichico, non favoriscono ad esempio una crescita equilibrata.
  • Gli stili educativi: quelli più ‘rigidi’, cioè severi e autoritari, tipici soprattutto dei paesi anglosassoni, possono determinare maggiore incidenza dei disturbi del comportamento e della condotta. Al contrario il modello iperprotettivo, attuato soprattutto dalle popolazioni mediterranee, può indurre la presenza di disturbi di ansia.
  • L’eccessiva trascuratezza: sempre più spesso il disagio si manifesta in ragazzini che vengono lasciati troppo soli.
  • Divorzio e separazione incidono notevolmente sull’aumentare delle difficoltà emotive dei bambini.
  • Il lutto. La perdita non rielaborata di un genitore, ma anche di un fratello o di un nonno, ha conseguenze importanti sull’equilibrio dei più piccoli. La reazione al lutto è infatti una fase depressiva che, se non viene superata, può trasformarsi in uno stato di disagio permanente.
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