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Quando siamo depressi, non stiamo bene con noi stessi, tendiamo a vedere i nostri limiti e abbiamo difficoltà a ricordare i nostri punti di forza e le nostre risorse. Le persone con depressione ad esempio, tendono a:

  • Incolparsi se qualcosa va storto
  • Credono di non piacere alle altre persone
  • Tendono ad interpretare in modo catastrofico le proprie azioni e comportamenti
  • Ricordano i propri errori

In generale, avere una bassa autostima può essere predittiva di una depressione futura. Grazie ad un intervento psicoterapico si può migliorare l’opinione di sé così che migliorino anche i sintomi depressivi e l’autostima, prevenendo eventuali ricadute.

Uno studio recente ha esaminato due modi per cercare di aumentare la propria autostima in un campione di adulti con depressione e/o ansia:

1.     La prima modalità consisteva nel concentrarsi ad ottenere l’approvazione degli altri, portarli a notare le proprie qualità positive ed evitare di mostrare le proprie debolezze;

2.     La seconda, al contrario riguardava il perseguimento di obiettivi compassionevoli, ovvero impegnarsi ad aiutare gli altri ed evitare il comportamento egoistico.

I ricercatori hanno misurato quanti partecipanti si sono concentrati su questi obiettivi e hanno anche valutato i loro sintomi di depressione e ansia e il loro grado di conflitto con altre persone. Le analisi hanno dimostrato che la prima modalità era correlata a più conflitti interpersonali e ad un peggioramento dei sintomi durante il periodo di studio di 6 settimane. Inoltre questi due effetti (aumento dei sintomi e difficoltà relazionali) si rafforzano reciprocamente attivando un circolo vizioso. Al contrario, gli obiettivi compassionevoli sono stati associati a livelli più bassi dei sintomi e a meno conflitti di relazione. In sostanza, non troviamo solo sollievo dalla nostra depressione e ansia, ma anche dai miglioramenti nei nostri rapporti, innescando un circolo virtuoso.

Ma come possiamo esercitare la compassione per gli altri?

Il test per misurare la compassione utilizzato nello studio sopra citato comprende sette tecniche:

  1. Sostenere gli altri (sia nelle gioie che nei dolori)
  2. Avere compassione per gli errori altrui (ad esempio affermare: “ok, sei una persona umana” a qualcuno che ha commesso un errore, permette di tranquillizzare l’altro e sostenere il rapporto che abbiamo con lui, oltre a creare un precedente positivo nel caso in cui fossimo noi un domani a commettere un errore)
  3. Fare una differenza positiva nella vita di qualcuno (ad esempio invitando un amico a pranzo, alleggerire il giorno del proprio partner o far passare qualcuno davanti a noi nel traffico).
  4. Fare commenti costruttivi
  5. Eitare di fare qualcosa di dannoso per gli altri (ad esempio allontanandoci durante una discussione accesa per evitare di dire qualche cattiveria)
  6. Evitare di essere autocentrati (un’eccessiva preoccupazione per il nostro benessere va a discapito di quella degli altri)
  7. Evitare di fare cose che sono inutili per gli altri (per esempio lasciare in disordine)

Per concludere, investire nei nostri rapporti è la chiave più importante per la nostra salute e la felicità a lungo termine…. E sembra un modo piuttosto compassionevole di trattare noi stessi!

 

Articolo tratto da www.psychologytoday.com

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