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I disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono disordini seri e, a volte, persino pericolosi per la vita stessa dell’individuo. Sono patologie caratterizzate da un’alterazione del rapporto con il cibo e con il corpo. Questi disturbi hanno raggiunto, negli ultimi anni, dimensioni preoccupanti, con notevoli ripercussioni sulla vita sociale e sull’attività lavorativa di coloro che ne sono affetti. In Italia ne soffrono 2,5 milioni di persone, soprattutto tra i 13 ed i 26 anni. Molte sono le cause che possono concorrere nello sviluppo di anoressia e bulimia per esempio fattori sociali, individuali, ambientali, genetici e psicologici. Sono comuni nelle ragazze, nelle donne giovani, e in generale nelle donne dei paesi occidentali, anche se ultimamente si sono riscontrati disturbi alimentari anche nei maschi.

I principali disturbi alimentari riconosciuti oggi sono:

Gli studi scientifici effettuati nei pazienti con Disturbo Alimentare suggeriscono che l’approccio terapeutico più efficace sia rappresentato dalla Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale (CBT), o dalla Psicoterapia Sistemico-Familiare, se il paziente è molto giovane.  Queste Psicoterapie hanno lo scopo di affrontare le diverse problematiche presenti nel disturbo.

In particolare, nella Psicoterapia Cognitivo Comportamentale, si lavora sui “pensieri che non aiutano” relativi al cibo, al peso e alla forma corporea, per poi trattare anche il concetto di sé, l’autostima e le relazioni familiari e interpersonali, dove spesso sono presenti difficoltà. Se presenti, ci si focalizza anche sull’interruzione delle abbuffate, sugli stati emotivi che precedono e seguono le abbuffate e sulle strategie di gestione delle abbuffate stesse e del relativo senso di colpa. L’obiettivo è quello di permettere alla persona di avere veramente il controllo sulla propria alimentazione, in modo che possa vivere più serenamente questo aspetto.

La Psicoterapia Sistemico Familiare, invece, coinvolge sia la persona che presenta un Disturbo Alimentare, sia i suoi familiari, in modo tale da poter individuare quegli schemi relazionali che contribuiscono al mantenimento del Disturbo Alimentare.

Non è raro che una persona con Disturbo Alimentare effettui una Psicoterapia individuale di stampo Cognitivo Comportamentale, associata ad una Psicoterapia Sistemico Familiare che coinvolga anche i suoi familiari.

La presa in carico viene accolta da un’èquipe mutlidisciplinare composta da Psichiatra e  Dietista, per instaurare un regime dietetico corretto, mirato ad ottenere uno stato di salute ottimale. Stato che è spesso compromesso nelle persone con Disturbi Alimentari, sia nel caso che la persona sia sottopeso che sovrappeso.

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